Prima della festa anglosassone di halloween in Sicilia si festeggiavano i nostri cari defunti.
Una festa molto sentita in tutta la Sicilia e nel palermitano.
Tanto sentita che durante la settimana dei morti la strada che porta al Cimitero De Rotoli diventa a senso unico obbligando a un giro panoramico sino a Modello.
Tanto sentita da far si che in quei giorni i vivi passino intere giornate con i morti, condividendo con loro i pasti, racconti e momenti di sconforto.
Sono cresciuta con la favola degli avi che vengono a portare doni ai "nipotini" tra la notte dell'1 e del 2 novembre e mi piace tramandare anche a mia figlia questa tradizione.
Credo di essere rimasta una delle poche mamme, però, perchè mi sono accorta che sono scomparse le "fiere" e con loro le bancarelle dei giocattoli, quelle che trovavi al Foro Italico, ossia nel litorale, non litorale allora ma luna park, di Palermo degli anni '80.
I giocattoli venivano comprati e poi nascosti in casa e ritrovati al mattino, segno del passaggio di nonni, bisnonni, zii ecc. ecc.
Quando è nata Emilia ho cercato di sapere di più della tradizione popolare e per non perderla ho cominciato a portarla a trovare la bisnonna Emilia e a farle trovare le scarpe nuove, così come si faceva un tempo.
Una festa, però non è tale senza il dolce tipico e senza il piatto della festa.
Se il salato è lasciato alla tradizione nissena, mio marito è di Caltanissetta, preparando "la muffoletta", una pagnottella calda "cunzata" con il formaggio primosale, olio, sale, pepe, origano e filetti di acciuga i dolci sono tutti del palermitano.
Ossa di morti, taralli, frutta secca, frutta di martorana e poi il pupo di zucchero.
Questo anno ci siamo portati avanti e così Emilia ha preparato il suo pupo di zucchero, molto pop art, che l'avvicina alla sua sicilianità e rende me molto orgogliosa.
Ed eccola fiera con il suo cavaliere, felice di avere portato avanti una tradizione sua, nostra, che può perfettamente sposarsi con altre mille contaminazioni del nostro tempo ma solo se sappiamo da dove partiamo, altrimenti siamo solo destinati a dimenticare.
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